Incontinenza urinaria femminile e riabilitazione del piano pelvico

Incontinenza urinaria femminile

Consiste nella perdita involontaria di urina. Le donne ne sono maggiormente affette e solitamente non si rivolgono al medico per imbarazzo, vergogna rassegnandosi a vivere col problema.

Rieducazione del pavimento pelvico

E’ un insieme di tecniche atte a rieducare e tonificare l’insieme di muscoli, fasce e tendini che sorreggono utero, vescica, retto e vagina con l’obiettivo di migliorarne la condizione.

Se ti interessa la mia storia continua a leggere …….

Dopo tre mesi dall’intervento, come da indicazioni mediche, ho iniziato la rieducazione del pavimento pelvico sotto la guida di una Dott.ssa specializzata. Dopo 5 incontri, visto che la mia incontinenza non migliorava e da parte sua erano subentrati importanti problemi di salute ha ritenuto opportuno interrompere gli incontri il 12/1/2017. Ci siamo salutate e mi ha consegnato la relazione per il chirurgo. A me ha detto che avevo un’incontinenza funzionale che doveva essere affrontata chirurgicamente e mi ha indicato un professore che esercita a Verona da cui in seguito sono andata.  Trascrivo parte della relazione della Dott.ssa:

ad oggi abbiamo eseguito circa metà del percorso rieducativo; valutando attentamente il quadro anatomico, evidenzio una situazione di ipermobilità uretrale che a mio avviso va attentamente valutata e considerata dallo specialista urologo per ridefinire la terapia più opportuna nel miglioramento/risoluzione della disfunzione urinaria.

13/1/2017 visita urologica Milano – primo incontro col Prof che mi ha operata  di cistectomia radicale e ricostruzione neovescica ortotopica (5/8/2016)

Mi ero segnata alcune cose da riferirgli e altre da chiedergli:

  • positivo: gli ho comunicato che dal giorno dell’intervento, non ho più avuto dolori alla vescica, in poco tempo (circa 1 mese) il medico della Medicina del dolore mi ha scalato e tolto gli oppiacei
  • negativo: incontinenza totale, continua senza tregua

Gli ho riferito che nei primi 3 mesi non mi sono preoccupata più di tanto, in quanto dovevo affrontare altre difficoltà perchè l’intervento è stato tosto e il recupero nei primi mesi, anche se graduale e continuo, è stato impegnativo.

Nonostante gli esercizi di rieducazione del piano pelvico non vedevo risultati e ho capito che qualcosa non andava, perchè non avevo nessun controllo sulla minzione.

Ho detto al mio chirurgo che mi ero documentata su Internet sulle varie tecniche in auge per risolvere l’incontinenza, dallo Sling, al T.OT. (posizionamento di Trans-Obturatorial-Tape), al T.V.T. (Tension-free trans-Vaginal Tape) oltre alle iniezioni periuretrali di sostanze espansibili come collagene, acido ialuronico, lipofelling. 

La mia ricerca era finalizzata a migliorare la mia qualità di vita ma lui purtroppo mi ha risposto che le varie tecniche sopra citate erano valide per l’incontinenza urinaria da sforzo, l’incontinenza lieve e quella mista; nel mio caso mi ha sconsigliato qualsiasi intervento perché, avendo una vescica ricostruita con una parte di intestino tenue – per cui con un tessuto sottile come un velo – la vescica sarebbe soggetta a lesioni/fistole ecc., riferendomi inoltre che non  esiste attualmente una casistica e non ci sono ancora studi in proposito.

http://www.maurocervigni.it/incontinenza-urinaria-chirurgia/

13/2/2017  visita urologica dal professore consigliato dalla mia terapista

Le proposte per risolvere il problema dell’incontinenza di questo luminare di grido, mi hanno sconvolto:

  • cucire l’uretra per cui mi sarei dovuta auto-cateterizzare 6/7 volte al giorno

oppure

  • deviazione esterna, ossia sottopormi ad un intervento chirurgico per convogliare l’urina all’esterno attraverso una stomia a livello addominale e utilizzare un sacchetto in plastica per raccogliere le urine

Ho scelto quindi di non ascoltarlo e di documentarmi ulteriormente. Oltre alle ricerche in internet ho assistito a molti convegni sull’incontinenza femminile, nessuno ha mai accennato all’incontinenza in persone con neovescica ortotopica; ho chiesto ai vari relatori informazioni in merito ma anche essi non avevano risposte.

Ho dovuto cercare una nuova terapista e mi hanno indicato la Dott.ssa Elena Bertozzi specializzata nella riabilitazione del pavimento pelvico. http://www.poliambulatoriosirio.it/riabilitazione-pavimento-pelvico/

7/4/2017 Primo incontro con Elena, bravissima professionista, amante del suo lavoro, curiosa, intelligente e pronta ad affrontare nuove sfide. Per me è stata una grande fortuna averla conosciuta.

Dopo aver ascoltato la mia storia e le proposte che mi erano state fatte abbiamo iniziato le sedute di fisioterapia che mi avrebbero aiutato a tonificare il piano pelvico. Durante le sedute ci scambiavamo informazioni e notizie, lei come professionista ed io come persona che vuole trovare una soluzione al proprio problema.

Ho cercato sia di giorno che di notte di pensare e studiare una soluzione possibile in alternativa agli assorbenti.

Poi mi si è accesa una lampadina partendo dal fatto che, per fare la riabilitazione del pavimento pelvico, Elena mi inseriva in vagina la cannula (personale) alla quale attaccava gli elettrodi per gli esercizi. La ginnastica durava un’oretta e al termine Elena mi toglieva la sonda e con essa usciva, con mio grande imbarazzo, anche tutta l’urina che si era raccolta in vescica.  Ho constatato quindi che la cannula fa da tappo e di conseguenza impediva all’urina di defluire. Agli incontri successivi ho chiesto ad Elena, al termine della terapia, di staccarmi gli elettrodi ma di lasciarmi la sonda in modo da poterla togliere in bagno.  

Da qui ho iniziato a meditare.

Ho chiesto ad Elena se c’erano altri ausili da provare, visto che la sonda è molto rigida, per cui me ne ha consegnato alcuni ma senza esito, ma quello che mi ha cambiato la vita è stato quando ho provato la coppetta mestruale, che mi ha procurato Elena.

Inizialmente, come tutte le cose nuove, ho avuto difficoltà ad inserirla poi, pian piano, ho imparato ad utilizzarla bene.

Secondo me la coppetta potrebbe funzionale anche per chi ha un’incontinenza importante e non si sente di sottoporsi a un intervento chirurgico; può cercare di provarla come alternativa all’assorbente, soprattutto quando deve uscire di casa e per sentirsi più a suo agio. Con me sta funzionando alla grande e se quanche donna vuole provare questo metodo, cosa ha perdere? Il costo di una coppetta mestruale? Se funziona recupera non solo in breve tempo i soldi spesi ma soprattutto in autostima, voglia di vivere, di fare ecc.

21/7/17 TAC addominale completa con e senza mezzo di contrasto per visita di controllo a Milano ad un anno dall’intervento. Durante l’esame ho tenuto la coppetta e finalmente si è vista la mia vescica svolgere la sua funzione di contenitore.

14/7/17 Relazione della Dott.ssa Elena

. la sig.ra Anna Pongolini ha effettuato ciclo di riabilitazione pelvica di rinforzo muscolare con biofeedback ed elettrostimolazioni con miglioramenti in qualità di forza e resistenza della muscolatura pelvica.  Terapia domiciliare: esercizi con pallina con pesetto e utilizzo della coppetta mestruale come metodo per stabilizzare l’uretra e di conseguenza di blocco dell’ incontinenza. Consiglio monitoraggio nel tempo.

4/8/17  visita dall’urologo che mi ha operata a un anno dall’intervento.

Gli ho riferito di stare bene e spiegato come ho ‘risolto’ il problema dell’incontinenza. Vedendo la TAC è rimasto entusiasta e questo mi ha gratificata molto.

Vi riporto la risposta della visita

con l’uso di un dispositivo endovaginale completa continenza diurna e notturna con minzione valida sotto l’azione del torchio addominale.

Esami ematici nella norma, controllo esami sangue, urine e TAC addome con mezzo di contrasto tra 6 mesi.

Seguendo i consigli del mio urologo, vado in bagno mediamente ogni 2 ore e mezzo 3 ore in quanto mi ha consigliato di mantenere una vescica piccola.